Il frustingo o anche lu fr’stinghe come ci ha detto la signora Nicolina Vannicola di Castignano (Ascoli Piceno) è il dolce di Natale per eccellenza delle nostre Marche Zozze. Un trionfo di dolcezza che conta più di 20 versioni tra Macerata e il Piceno e che ha come ingrediente principale il fico secco.
Il frustingo arriva nelle case marchigiane come il dolce natalizio che tutti potevano preparare, anche le famiglie più modeste. Siamo andate da Nicolina, Bruna e Domenico per farci raccontare questa storia che sa di tradizione e famiglia, specie a Natale.

La storia del frustingo
Sebbene per ognuno dei nostri amici il frustingo nasca in casa e venga tramandato di generazione in generazione, l’origine di questo dolce risalirebbe a oltre duemila anni fa, ovvero all’epoca dei Piceni. Si tratta, infatti, del dolce più antico di questo territorio e probabilmente anche d’Italia. L’impasto di grano, spelta, orzo, marzaiolo e alica veniva amalgamato con il succo di uva passita e si cotto. Coi romani diventa panis picentinus e piaceva così tanto da essere citato pure da Plinio. La ricetta ha così viaggiato attraverso anni e varianti, fino a giungere ai nostri giorni. Nicolina ci racconta che in campagna e nei piccoli paesi tutti riuscivano a prepararlo perché le materie prime, dai fichi alla frutta secca, erano facilmente reperibili.
Come cambia il nome
Da dove deriva questo nome? Dalla parola latina frustus che significa pezzetto e che sta per misero, povero. Nella provincia di Ascoli viene conosciuto come Frustingo, nel fermano viene chiamato sia Fristingo che lu ficusu, cioè dolce di fichi e, infine, nella zona di Macerata è detto frostengo e pistingo. Oltre le Marche Zozze, ovvero nel pesarese, prende il nome di brostengo.
A cambiare, tuttavia, non è soltanto la denominazione ma anche la preparazione, fino a contare ben 22 varianti da nord a sud, senza tener conto che – alla fine – ogni famiglia ha un po’ la sua ricetta tradizionale.

La ricetta del frustingo
Il frustingo vanta una lista di ingredienti da far invidia a un intero pasto! E se è vero che gli ingredienti sono poveri, il sapore e i valori nutrizionali sono molto ricchi!

Ecco gli ingredienti: fichi, uva passa, zucchero, canditi, mandorle e noci, caffè, vino cotto o mistrà, rhum, buccia di arancia, cacao amaro, olio extra vergine di oliva.
La ricetta di Domenico Vannicola, dell’omonimo forno storico del borgo di Castignano prevede diversi – fondamentali – passaggi. Il primo passo è – la sera prima – lessare i fichi, dopo si aggiunge il caffè e si fa riposare. Il mattino dopo, si amalgamano olio di oliva extravergine, liquori misti (cognac, Mistrà e Maraschino), zucchero, tritello (una farina molto più soffice), canditi tritati finemente, cioccolato, noci e mandorle tritate, cacao, uvetta e miele. Cuocere in forno già caldo per circa 30 minuti a 200° circa. Il frustingo è cotto quando diventa bruno-dorato. Come ultimo passaggio, guarnire con frutta secca e canditi a piacere. Mangiamolo freddo, magari con un bicchierino di vino cotto o mistrà.