Servigliano, il paese quadrato delle Marche

Stavolta abbiamo scelto un paese differente dagli altri: Servigliano. Questo piccolo comune in provincia di Fermo si distingue dal resto del territorio per la sua storia e, anche, per la sua forma! Ebbene sì, non siamo impazzite… voi conoscete qualche altro paese quadrato nelle Marche Zozze? Noi proprio no! Abituate come siamo a grovigli di case e viette abbarbicati sulle nostre colline e in genere ben difesi da alte mura circolari, quando siamo arrivate a Servigliano siamo rimaste a bocca aperta! Ma ora vi spieghiamo con calma tutto dall’inizio della storia.

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Servigliano, la città ideale

Oggi Servigliano è un piccolo paese che conta poco più di duemila anime e si trova nel cuore del fermano. Ma perché viene chiamato “la città ideale”? La storia è davvero interessante! Appena si arriva a Servigliano, ci si trova di fronte a un centro storico tra i più piccoli mai visti (misurando 144 per 137 metri) contenuto dentro un quadrilatero di case a schiera. Le porte di ingresso sono tre (e non quattro come pensavamo noi!) ovvero Porta Marina, Porta Santo Spirito e Porta Navarra, e al centro c’è una piazza centrale dove si affacciano la collegiata di S. Marco e il Palazzo Pubblico.

piazza servigliano

Fermi tutti però: la notizia sconcertante è la posizione del paese originale non era questa! Servigliano infatti sorgeva su una collina che nel 1771 cominciò a franare e per questo i cittadini chiesero aiuto a Papa Clemente XIV. Lui inviò in città un tecnico (Virginio Bracci) a valutare la situazione e quest’ultimo decise che Servigliano andava ricostruita altrove. Fu così che viene costruito il nuovo paese ribattezzato Castel Clementino (il nome tornerà Servigliano solo con l’Unità d’Italia).

Perché si chiama città della memoria

Tra le molte definizioni di Servigliano c’è anche quella di “città della memoria”. Anche nelle Marche non tutti sanno che questo piccolo paese, a partire dai primi anni del Novecento, ha ospitato un campo di prigionia utilizzato fin dalla prima Guerra Mondiale.

foto dal sito della casa della Memoria

Fu scelto dal governo proprio per la sua posizione strategica al centro dell’Italia, ma anche perché servito da una ferrovia, che collegava già allora la cosa con l’entroterra fino ad Amandola.

Il campo aveva un muro perimetrale ben visibile ancora oggi e delle piccole baracche interne e durante le due guerre prima fu un punto di raccolta prigionieri, ma poi – ahinoi – divenne un campo di internamento per gli ebrei provenienti dalla provincia di Ascoli Piceno, dalle province di Frosinone e Teramo e, successivamente, anche campo per ebrei stranieri. Nel secondo dopoguerra e fino al 1955 ospitò i profughi provenienti dalle terre dell’Istria e dalla Dalmazia.

Passiamo alle buone notizie ora però! Oggi il campo si è trasformato in un bellissimo parco verde chiamato “Parco della Pace”, attrezzato per lo sport, che spesso ospita grandi concerti.

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Tuttavia, la memoria va custodita e difesa e la comunità di Servigliano ha deciso di farlo nel museo della “Casa della Memoria” che si trova all’interno dell’ex Stazione ferroviaria vicino al campo.

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La Casa della Memoria

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